Arriva la nuova tassa che pagherai ogni volta che ti siedi a tavola: che stangata

Arriva una nuova stangata per gli italiani: si tratta di una tassa da poco istituita che si pagherà ogni volta che ci si siede a tavola per un pasto.

Da poco tempo è stata introdotta una novità a livello fiscale in Italia, una nuova tassa che gli italiani sono costretti a pagare. Il sistema di tassazione in Italia è già pesantissimo: siamo uno dei paesi europei con la più alta percentuale di tasse che gravano sui cittadini.

Adesso alle tante tasse che paghiamo se ne sta aggiungendo un’altra nascosta e inaspettata, che paghiamo ogni volta che ci sediamo a tavola. In silenzio questa tassa è arrivata fino alle nostre case e potremmo già pagarla senza nemmeno saperlo o accorgercene. Com’è possibile tutto ciò?

Ebbene stiamo parlando di una tassa un po’ particolare, introdotta nella legge di Bilancio 2020 e che ultimamente ha fatto parlare perché un caso relativo ad essa è finito sotto l’attenzione della Corte Costituzionale. Secondo alcuni questa tassa sarebbe infatti risultata incostituzionale e la Corte ha deciso di prendere in mano la situazione.

Dopo attente revisioni martedì 26 marzo la Corte ha deposto la sentenza numero 49, che dichiara la legge n. 160 del 27 dicembre 2019 in linea con l’articolo 1 della nostra costituzione, commi 661-676. Con questa sentenza, dunque, si da il via libera alla nuova sugar tax che, dopo diversi rinvii nel corso degli ultimi anni, dovrebbe entrare ufficialmente in vigore l’1 luglio 2024.

Tassa sullo zucchero: dal 2024 la paghi ogni volta che ti siedi a tavola

La tassa sullo zucchero è stata introdotta nella legge di Bilancio 2020 ma mai entrata in vigore fino ad oggi. La sugar tax è un’imposta che colpisce chiunque consumi bevande analcoliche edulcorate, ovvero tutti quei soft drink frizzanti che spesso portiamo sulle nostre tavole durante i pasti.

Ebbene dall’1 luglio 2024 chiunque acquisti questo tipo di bevande dolci dovrà pagare anche la nuova tassa, che si traduce in 10 euro per ettolitro nel caso di prodotti finiti (ad esempio quelli acquistabili al supermercato) o di 0,25 euro al kg per i prodotti da utilizzare previa diluzione (come sciroppi e preparati).

La ragione dietro la sugar tax sarebbe quella di rendere più consapevoli i consumatori e scoraggiarli dal comprare prodotti ricchi di zuccheri ed edulcoranti, notoriamente non un toccasana per la salute. Tuttavia la decisione è stata molto criticata soprattutto dai produttori.

Sulla questione si è espresso anche Giangiacomo Pierini, presidente di Assobibe (l’associazione di Confindustria che rappresenta i produttori di bevande analcoliche): “Siamo davvero stupiti dalla pronuncia della Consulta, ma ancora di più dalle motivazioni che si basano su un razionale scientifico contestabile e, soprattutto, slegato dai consumi reali in Italia”.

“Rimaniamo convinti che per affrontare patologie multifattoriali come sovrappeso, obesità e diabete occorrano approcci integrati, una misura che colpisce un unico alimento non può pagare e non modifica comportamenti non equilibrati. I Paesi agiscono con approcci diversi e in molti casi la sugar tax è stata introdotta per incentivare la riformulazione: noi l`abbiamo fatto senza bisogno di tasse arrivando a tagliare del 41% lo zucchero immesso a scaffale”.